Non ho mai aperto un libro della Kinsella perché li consideravo alla stregua dei vecchi Harmony: spazzatura inutile e altamente dannosa per il cervello e per la vita tutta.
In effetti è così.
Però, per combattere la deriva di cui parlo nel post precedente a questo, mi sono aggrappata a lei sapendo che una lettura superleggera poteva farmi riagganciare dalla nave della lettura da cui ero caduta inavvertitamente.
E così è stato. Ho letto “I love shopping a New York” .
La storia mi ha stupita perché la protagonista, una giovane donna immorale e assolutamente non realistica come personaggio, alla fine decide di essere se stessa e scegliere la professione per cui veramente desidera spendersi e questa è anche la risoluzione dei problemi e dei casini che fa per tutta la durata della storia mentendo, facendo cose di cui non le interessa nulla e facendosi trainare come un cagnolino.
Un po’ come la parabola evangelica dei talenti.
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